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CAPIRE LA GUERRA IN UCRAINA: 1) DAGLI ZAR ALL’UNIONE SOVIETICA, Francesco e Massimiliano Mancini

Il nazionalismo ucraino si oppose sempre alla dominazione sovietica subendo il genocidio dell’Holodomor, la morte per fame di milioni di ucraini causata da Stalin

Massimiliano Mancini
Francesco Mancini

Abstract: Le popolazioni ucraine si sono sempre opposte alla dominazione russa, sia sotto la dominazione zarista e anche dopo la rivoluzione russa, subendo l’holodomor, la pianificata scelta di Stalin di imporre tra il 1932 e il 1933 la collettivizzazione forzata dell’agricoltura, la confisca di grano da parte del governo sovietico e l’imposizione di quote di grano impossibili da raggiungere per i contadini che causò una terribile carestia che fece morire per fame milioni di ucraini.

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ALTRE PARTI DELLA STORIA UCRAINA

2) DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA DOMINAZIONE RUSSA
3) DALLA SOTTOMISSIONE SOVIETICA ALL’INDIPENDENZA ODIERNA


I confini dell’Ucraina alla conferenza di Pace di Parigi del 1919 [licenza CC BY-SA 4.0]

DALL’IMPERO RUSSO ALLA RUSSIA BOLSCEVICA

Sino alla rivoluzione russa l’Ucraina era divisa tra più stati e regioni.

All’interno dell’Impero russo l’odierna Ucraina era divisa fra:

  • Piccola Russia, composta dai governatorati di Kiev, Char’kov, Poltava e Černigov;
  • Russia Meridionale, che comprendeva i governatorati di Ekaterinoslav, Cherson, Tauride e parte della Bessarabia;
  • Russia Occidentale, che includeva i governatorati di Volinia e Podolia.

Gli ucraini sudditi dell’Impero austriaco, poi Impero austro-ungarico, erano detti ruteni ed erano divisi fra il Regno di Galizia e Lodomiria, il Ducato di Bucovina e il Regno di Ungheria.

Nonostante le promesse di autonomia contenute nel trattato di Perejaslav, l’élite ucraina e i cosacchi non ricevettero mai le libertà che attendevano dall’Impero russo. Tuttavia, entro l’Impero, gli ucraini poterono arrivare ai gradi più alti della gerarchia e della Chiesa ortodossa russa.

Nell’ultimo periodo, il regime zarista portò avanti una politica di russificazione delle terre ucraine, sopprimendo l’uso della lingua ucraina nella stampa e in pubblico mentre nell’impero asburgico vi era maggiore tolleranza per i Ruteni.

Nello stesso periodo l’Ucraina divenne il “granaio d’Europa” e Odessa, porto d’imbarco del grano, era la più grande città ucraina e la quarta dell’Impero russo. Kiev e Kharkov erano centri dell’industria tessile. Dal canto suo, Leopoli era la quarta città dell’Impero Austroungarico.

LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA RIVOLUZIONE RUSSA (1914/1917)

A febbraio (marzo nel calendario giuliano in uso in Europa) del 1917 l’impero Russo, stremato dalla Prima Guerra alla quale non era preparato e che gli aveva causato tanti morti e danni, subì il colpo della prima di rivolta contro l’autocrazia dello Zar che culminò con la rivoluzione dell’ottobre (novembre  nel calendario giuliano) che, con la fucilazione della famiglia reale Romanov, instaurò la Repubblica Socialista Sovietica e quindi la dittatura del proletariato.

Alla Rivoluzione russa, seguì un lungo periodo di guerra civile e di anarchia con continui cambi di fazioni al potere; questo periodo fu segnato dall’esistenza di più entità statali separate: nei territori austro-ungarici di lingua ucraina fu proclamata la Repubblica Nazionale dell’Ucraina Occidentale, mentre nell’area appartenuta all’Impero russo si scontrarono la Repubblica Popolare Ucraina con capitale Kiev e la Repubblica socialista sovietica ucraina con capitale Charkov. La Repubblica Popolare di Kiev fu riconosciuta dall’Impero tedesco, che ne impose il riconoscimento ai Bolscevichi nel trattato di Brest-Litovsk, e dal 1918 fu un centro dell’Armata Bianca, l’esercito che combatteva contro l’Armata Rossa.

Nel 1918-1925 fu adottata una politica di deportazione della popolazione ucraina in particolare dell’Armata Bianca e dei grandi proprietari terrieri. Le prime vittime delle deportazioni sovietiche furono i cosacchi della regione di Terek, che nel 1920 furono sfrattati dalle loro case e inviati in altre parti del Caucaso settentrionale, nel Donbass e nell’estremo nord, e la loro terra fu trasferita ai ceceni e agli ingusci. Nel 1925-1928 la cosiddetta commissione tripartita dell’URSS, BSSR e RSFSR lavorò sulla ridistribuzione dei confini e come risultato centinaia di migliaia di Ucraini furono deportati dalle terre ucraine di Starodub, Belgorod, Orel, Don in Malynovy Klyn, Ucraina grigia e Ucraina verde.

LA PRIMA GUERRA RUSSO-UCRAINA (gennaio 1918/novembre 1921)

La guerra sovietico-ucraina è stato il conflitto militare occorso tra il 1918 e il 1921 tra le forze nazionaliste ucraine e quelle pro-bolscevichi per il controllo dell’Ucraina.

Nella stessa guerra vanno inclusi i combattimenti tra le varie entità che si succedettero alla guida del movimento d’indipendenza in Ucraina: il Central’na Rada della Repubblica Popolare Ucraina, l’etmanato di Pavlo Skoropads’kyj e il Direttorio, tutti autonominatisi successori nella lotta contro la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, contro il movimento bolscevico e le truppe ucraine bolsceviche unitesi all’Armata Rossa.

Terminò con la sconfitta degli indipendentisti ucraini, l’incorporazione dell’Ucraina occidentale alla Polonia, e la costituzione della Repubblica socialista sovietica Ucraina nell’Unione Sovietica.

Ponendo termine ad un periodo di aspre lotte, la Pace di Riga assegnò la Galizia e la Volinia alla Polonia, i sovietici ottennero il resto del paese e nel 1922 l’Ucraina entrò ufficialmente a far parte dell’URSS come Repubblica socialista sovietica ucraina.

Uomo morto di fame per strada dell’Ucraina dusante l’holodomor. Alexander Wienerberger – Diocesan Archive of Vienna (Diözesanarchiv Wien)/BA Innitzer 1933. Public domain

L’HOLODOMOR (1932/1933)

Fu una tragedia così grande che gli ucraini inventarono una nuova parola per descriverla: Holodomor o “sterminio per fame“, dall’espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), combinando le parole ucraine holod (fame, carestia) e moryty, (uccidere affamare, esaurire), la combinazione delle due parole vuol mettere in rilievo l’intenzionalità di procurar la morte per fame.

Fu una carestia provocata dalle scelte di Stalin negli anni ’30 un’ecatombe che ancora oggi è una delle ragioni del risentimento di Kiev verso Mosca.

La tragedia ebbe inizio quando Stalin, tra l’autunno del 1932 e la primavera del 1933, decise la collettivizzazione agraria, costringendo anche i kulaki, i contadini agiati (coltivatori diretti o piccoli proprietari terrieri), ad aderire ai kolchoz, le fattorie collettive di Stato, e fu causata da una combinazione di fattori:

  • collettivizzazione forzata dell’agricoltura che in Ucraina si estese al 70% delle fattorie contro il 59% della Russia;
  • confisca di grano da parte del governo sovietico che, indifferente alle naturali variazioni di produzione, mantenne sempre percentuali altissime di requisizioni pari a circa il 20%;
  • imposizione di quote di grano impossibili da raggiungere per i contadiniucraini;
  • limitazione della circolazione di persone e cibo, che aggravò ulteriormente la carestia aumentando il numero di morti.

Il numero esatto di morti causate dall’Holodomor è ancora oggetto di dibattito, ma si stima che tra 2,5 e 7,5 milioni di persone siano morte a causa della carestia. Le epidemie si diffusero e si registrarono casi di cannibalismo, tutti fatti di cui il governo tenne un bilancio preciso. Quasi la metà delle vittime erano bambini.

In Ucraina, dopo il riconoscimento dell’Holodomor, fu deciso di commemorarlo ufficialmente ogni anno al quarto sabato del mese di novembre e dal 2008 è stato aperto il Museo nazionale del Genocidio dell’Holodomor.

UN GENOCIDIO CONTROVERSO E DIMENTICATO

Il dibattito sull’Holodomor è molto controverso e dal punto di vista storiografico il dibattito è tuttora aperto e gli studiosi si dividono ancora oggi sulle cause scatenanti di quella tremenda carestia: se fu la conseguenza dei piani quinquennali di Stalin che ridussero alla fame i contadini oppure se fu un progetto criminale pianificato da Mosca per decapitare il nazionalismo ucraino.

Il primo a ritenerlo un genocidio è stato  il giurista polacco Raphael Lemkin (1900-1959), che nel 1944 coniò proprio il termine “genocidio” e che in seguito si è battuto per inserirlo nel diritto internazionale.

Questo evento è considerato un genocidio dall’Ucraina e il 10 novembre 2003 presso le Nazioni Unite, 25 paesi, tra cui Russia, Ucraina e Stati Uniti, hanno firmato una dichiarazione congiunta sul settantesimo anniversario della Holodomor con il seguente preambolo, senza tuttavia riconoscere la tragedia come genocidio.

Il 23 ottobre 2008 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione di condanna dell’Holodomor come “spaventoso crimine contro il popolo ucraino e contro l’umanità”, nel successivo mese di novembre 2008 il Sacro Sinodo della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca ha definito l’Holodomor come atto di genocidio.

A tutt’oggi l‘Italia, pur considerando l’Holodomor una tragedia per il popolo ucraino, non lo riconosce come genocidio, come invece lo giudica esplicitamente lo Stato Città del Vaticano.

Monumento commemorativo dell’Holodomor in Ucraina

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