ETHICA SOCIETAS-Rivista di scienze umane e sociali
Editoriali Massimiliano Mancini RIVISTA

PERCHÉ ETHICA SOCIETAS Massimiliano Mancini

di Massimiliano Mancini
[Ethica Societas anno 1 n.1]

UNA NUOVA RIVISTA per condividere, da più punti di vista, le scienze umane e sociali in maniera sinottica, in una società che, sempre più, privilegia i tecnicismi, la specializzazione e, spesso, anche la superficialità.

Il vero potere è la conoscenza e non le “conoscenze”, ovvero le entrature del tipico malcostume italiano, quel sistema che porta la mediocrità a coalizzarsi contro chi è capace e preparato, distruggendo il futuro per favorire un presente che spesso arride solo per breve tempo, perché la sorte è mutevole e le amicizie ancor di più come parafrasava Ovidio(1).

La cultura invece è un patrimonio che si alimenta di se stessa e che resiste alla sorte avversa, alle cattiverie e, a volte, sopravvive persino alla nostra stessa vita, come confidava Orazio(2), anzi spesso dopo la morte può arrivare l’apprezzamento che è mancato in vita.

In un’epoca in si apprezza il nozionismo, che è il simulacro della conoscenza, si esalta il tecnicismo e il settorialismo, funzionali alle società burocratiche e tecnocratiche, che sono l’opposto della vera cultura che è eclettica.

Moltissime scoperte scientifiche le hanno realizzate i filosofi, come nel caso di Eratostene di Cirene(3), così come tanti grandi scienziati sono stati anche filosofi, come Darwin, ma la filosofia e la cultura in genere induce a pensare e dubitare, ciò non è funzionale anzi spaventa il potere.

Liberiamoci quindi degli slogan a buon mercato, tanto più fallaci quanto più abusati: “meglio fare poco ma farlo bene”, “chi troppo vuole nulla stringe”, “a ognuno il mestiere suo”, frasi tanto più diffuse quanto più smentite dall’esempio delle menti più brillanti.

Se proprio dovessimo definire il mestiere da inserire sulla carta d’identità, quale potremmo attribuire a personaggi come Leonardo Da Vinci, che spaziava dalle scienze alle arti, Galileo Galilei, Leibniz(4), Goethe(5) e tanti ancora se ne potrebbero citare.

Una rivista libera e quindi non democratica, perché la vera conoscenza non è fatta di opinioni, ossia di doxa che è il contrario dell’episteme, come sostiene la demagogia che, mettendo a rendita le paure, concede ai portuali di discutere di virologia, e a tutti di abusare della libertà, trasformando le ipotesi in tesi senza alcuna dimostrazione.

D’altronde gli accedemici dell’università della strada, i sapienti allievi di dottor Google, i grandi relatori che portano in giro conferenze, sempre uguali, sempre sulle stesse cose, avendo imparato a malapena quello che leggono dalle slides -spesso anche copiate male- cosa possono saperne, poverini, del metodo galileiano(6), di Cartesio o di Karl Popper.

Soprattutto i giudici e gli investigatori dovrebbero saper usare il principio di falsificabilità(7), loro più di chiunque altro dovrebbero conoscere Wittgenstein(8), Russel e persino le opere di Sir Arthur Conan Doyle.

Nella nostra epoca, in cui già siamo tutti un po’ tutto, psicologi, avvocati del popolo, medici e biologi, allenatori di calcio… la professione di investigatori, non necessariamente del crimine ma almeno della verità, almeno quella, dobbiamo impararla.

Ecco quindi il senso di questa rivista: scientifica nel metodo e divulgativa nel linguaggio, che si prefigge di offrire un focus trasversale che faccia riflettere oltre i tecnicismi e le discipline specifiche, in un dia-logos, che faccia sintesi tra le scienze umane e sociali e le scienze dure.

La sicurezza, bene primario di ogni comunità umana, richiede competenze eclettiche e un approccio multidisciplinare, senza improvvisazioni, senza superficialità, camminando sulla strada dei fatti illuminata dalla luce dei dubbi.

La sicurezza è conseguenza dei valori, quindi dell’etica, essa quindi, a prescindere dalle morali, è l’essenza primaria di questa rivista, alla ricerca del buono e del bello, sintesi essenziale del bene nell’ideale greco del kalos kai aghatos.

Massimiliano Mancini, direttore responsabile.

(photo: Massimiliano Mancini)

NOTE:

(1) Publio Ovidio Nasone, Tristia I,9,5: «Donec eris felix, multos numerabis amicos; tempora si fuerint nubila, solus eris» [Finché sarai fortunato, avrai molti amici; se i tempi saranno nuvolosi (avversi), sarai solo].

(2) Quinto Orazio Flacco, Odi, III, 30, 1: «Exegi monumentum aere perennius regalique situ pyramidum altius, quod non imber edax, non Aquilo impotens possit diruere aut innumerabilis annorum series et fuga temporum. Non omnis moriar multaque pars mei vitabit Libitinam: » [Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo e più elevato della mole regale delle piramidi, che non la pioggia corrosiva, non l’Aquilone impetuoso potrebbe distruggere o l’innumerevole serie degli anni e la fuga dei tempi. Non tutto morirò e molta parte di me eviterà Libitina:].

(3) Eratostene di Cirene [Ἐρατοσθένης ὁ Κυρηναῖος, Eratosthénēs ho Kyrēnâios] (276 a.C. -194 a.C. circa), è stato un matematico, astronomo, geografo, poeta, filologo e filosofo greco che misurò nel III secolo a.C. la circonferenza della Terra con un errore del 5% rispetto alle misurazioni attuali.

(4) Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646-1716) è stato filosofo, matematico, scienziato, logico, teologo, linguista, glottoteta, diplomatico, giurista, storico, magistrato tedesco.

(5) Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832), scrittore, poeta, drammaturgo, saggista, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d’arte e critico musicale tedesco.

(6) Noto anche come metodo scientifico o metodo sperimentale, enunciato per la prima volta da Galileo Galilei, è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile: esso consiste, da una parte, nella raccolta di dati empirici sotto la guida delle ipotesi e teorie da vagliare; dall’altra, nell’analisi rigorosa, logico-razionale e, dove possibile, matematica di questi dati.

(7) Il principio di falsificabilità o della possibilità di confutazione, identifica il criterio formulato dal filosofo Karl Popper per separare l’ambito delle teorie controllabili, che appartiene alla scienza, da quello delle teorie non controllabili, da Popper stesso identificato con la metafisic, secondo il quale una teoria è scientifica solo se è in grado di suggerire quali esperimenti e osservazioni potrebbero dimostrarla falsa.

(8) Ludwig Josef Johann Wittgenstein (1889–1951) filosofo e logico austriaco, autore in particolare di contributi di capitale importanza alla fondazione della logica e alla filosofia del linguaggio, considerato, specialmente nel mondo accademico anglosassone, il massimo pensatore del XX secolo.

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