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Francesco Mancini NOTIZIE Scienze Politiche

IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE SUI DIRITTI CIVILI, IL LAVORO E LA DEMOCRAZIA, Francesco Mancini

Dal Meeting di Rimini 2023, Silvana Sciarra entra nei grandi temi del dibattito politico: eutanasia, famiglie queer, utero in affitto, femminicidio e lavoro, dal punto di vista del giudice costituzionale e del giuslavorista

Francesco Mancini

Abstract: Intervenuta all’incontro con la stampa prima del suo intervento al Meeting 2023, il presidente Sciarra ha espresso la sua qualificata opinione personale, con l’esperienza da presidente della Corte Costituzionale e da docente universitaria di diritto del lavoro, sui grandi temi che sta affrontando il Governo e il parlamento, dal lavoro ai temi eticamente più sensibili, mantenendo sempre distinta la funzione giurisdizionale da quella legislativa.

Silvana Sciarra

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Le dichiarazioni alla stampa

Il 23 agosto 2023, quarta giornata del Meeting di Rimini 2023, la presidentessa della Corte Costituzionale SIlvana Sciarra ha risposto alle domande dei giornalisti accreditati prima di prendere parte alla sessione dal tema “Il lavoro al centro della democrazia“.

«Sono molto orgogliosa per questo invito perché nell’intervento che farò più tardi parlerò del lavoro che è la materia che ho seguito in tutta la mia vita professionale come professore universitario e mi fa piacere vedere che il lavoro è così centrale in questa edizione del Meeting. Quindi la mia attenzione è su questo tema, l’attenzione della Corte Costituzionale lo é da tanto tempo ma in queste occasioni parlo sempre a titolo personale. Quindi grazie per la vostra attenzione e per quello che vorrete dire sempre con obiettività sul nostro lavoro.»

L’eutanasia

La presidente Sciarra su questo tema ha ribadito che: «La Corte costituzionale ha scritto pagine importanti sul fine vita, con una sentenza storica, anche perché è stata la prima volta che la Corte Costituzionale ha rinviato l’udienza, quindi ha usato una tecnica processuale per invitare il parlamento, […] a legiferare.»

Com’è noto, infatti, con la sentenza 242-2019, alla quale aveva preso parte alla decisione la stessa Sciarra che era giudice costituzionale, la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale, nella parte in cui puniva l’aiuto al suicidio autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.

In questa stessa sentenza la Corte si rivolgeva al parlamento per “…ribadire con vigore l’auspicio che la materia formi oggetto di sollecita e compiuta disciplina“, ma a tutt’oggi, come ha sottolineato la presidente Sciarra «il parlamento non ha trovato ancora una sitesi…», tuttavia la portata della sentenza è tale da avere «in se dei capisaldi che la rendono sufficientemente autoapplicativa, come stiamo vedendo nelle vicende recenti. […] Capisco che questa può essere una soluzione deludente, vedere che certi diritti si affermano solo attraverso le corti, però le corti ci sono anche per quello, per tutelare chi chiede giustizia».

Famiglie queer e figli di genitori dello stesso sesso

Anche la famiglia non tradizionale, quella riportata nel dibattito recentemente con la morte della scrittrice Michela Murgia, trova tutela nella Costituzione oltre le polemiche ideologiche, sebbene indirettamente, infatti la presidente Sciarra ha ricordato che la Corte si è espressa più volte non solo per la tutela della famiglia “tradizionale” che «La Corte si è espressa più volte sulla tutela della famiglia, chiamiamola secondo un linguaggio corrente “tradizionale”, che è tutelata dalla nostra Costituzione, ma ha anche detto -e questo è l’articolo 2- che ci sono le formazioni sociali entro cui si esprimono le personalità dei singoli».

Sulla questione dell’inquadramento giuridico dei figli nati da coppie omosessuali la presidente Sciarra ha ricordato che, senza sostituirsi al legislatore ma applicando la Carta costituzionale,  la Corte: «.. a proposito dei figli nati da coppie dello stesso sesso si è soffermata a valutare la tutela dei diritti di questi soggetti che sono “nati”, l’espressione non è usata senza ragione, sono nati, sono lì nel nostro territorio nazionale e quindi aspirano ad aver garantita la loro vita come figli, a ricevere affetto, a ricevere sostegno. La Corte di Strasburgo e anche la Corte Costituzionale usa il principio di identità, il figlio che cerca identità negli affetti familiari e la famiglia, quella che la Costituzione tutela, è anche la famiglia nelle formazioni sociali».

Utero in affitto-gestazione per altri

Di segno opposto, ovvero senza incertezze, la posizione della Corte sull’inaccettabilità di forme di maternità surrogata nel nostro vigente ordinamento, ponendosi però il problema della tutela dei figli naturali che derivano da questa pratica illegale .

La presidente Sicarra ha affermato che: «…la Corte ha scritto in un importante passaggio di una sentenza che si riferiva, ancora una volta, alla tutela di un figlio naturale e ha stigmatizzato questa pratica e lo ha fatto mettendo in primo piano la tutela della dignità della donna. Il tema è questo, fino a che punto la tutela della dignità debba essere presente al legislatore che ritiene di intervenire in questa materia e, ancora una volta, cosa dire sui nati, su quanti sono già nati da una pratica che il nostro paese, come sappiamo, non solo non ammette ma stigmatizza come contraria all’ordine pubblico».

Il riferimento è alla sentenza 32-2021, alla quale ha preso parte alla decisione la stessa Sciarra come giudice costituzionale.

Lavoro e democrazia

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, come recita l’articolo 1 della Carta costituzionale e questo non è né un principio astratto e né una ideologia di parte ma il sale della democrazia reale. Su questo tema la giuslavorista professoressa universitaria presidente della Corte costituzionale, si è espressa in maniera didascalica: «La democrazia è parola che si usa anche con riferimento al lavoro. […] D’altronde noi veniamo da una tradizione, lo Statuto dei lavoratori, che ha portato i principi democratici nei luoghi di lavoro, quindi abbiamo un retroterra culturale nella nostra legislazione -non a caso si chiama Legislazione di sostegno, principi democratici nei luoghi di lavoro- il mio punto di vista è che, in generale, il lavoro è parte del sistema democratico della nostra repubblica, quindi rafforza le istituzioni democratiche, non a caso il primo articolo della Costituzione esordisce proprio mettendo il lavoro al centro della democrazia».

Violenze di genere e femminicidio

Siamo sicuramente in un periodo particolarmente drammatico e questa serie di eventi tragici che colpiscono le donn, senza entrare nel merito degli interventi legislativi dei quali si sta parlando, peraltro in maniera bypartisan, la presidente Sciarra ha posto l’accento sull’educazione e sulla formazione per tutti e soprattutto per i giovani: «..cambiare la cultura, la formazione dei giovani e non soltanto degli uomini. Quindi la scuola può senz’altro aiutare a far crescere i giovani di ambo i sessi in modo da percepire l’urgenza di questa parità che deve essere totale, anche su questo terreno».


Silvana Sciarra: nata a Trani nel 1948, giudice della Corte costituzionale della Repubblica Italiana dal 2014 e Presidente della stessa dal 20 settembre 2022, seconda donna a ricoprire tale carica dopo Marta Cartabia.

Laureata in giurisprudenza all’Università di Bari Gino Giugni e presso lo stesso ateneo ha iniziato la carriera accademica, proseguita poi presso l’Università di Siena, l’Istituto universitario europeo di Fiesole (dove ha insegnato European Labor and Social Law dal 1994 al 2003, diretto il Dipartimento di diritto tra il 1995 e il 1996 e il Gender Studies Programme nel 2002-2003) e conclusa all’Università di Firenze, dove è professore emerito di diritto del lavoro e diritto sociale europeo.

A partire dagli anni settanta ha avuto numerose occasioni di ricerca e insegnamento nelle università estere, negli Stati Uniti (Harvard Law School, Università della California a Los Angeles e Columbia Law School), nel Regno Unito (UCL, Cambridge e Warwick) e in Svezia (università di Stoccolma e di Lund). Ha ricevuto il dottorato in giurisprudenza honoris causa dall’Università di Stoccolma nel 2006 e nel 2012 dall’Università di Hasselt.

Ha collaborato con la Commissione europea in numerosi progetti di diritto comparato del lavoro, coordinando gruppi di esperti provenienti dagli Stati membri.



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