ETHICA SOCIETAS-Rivista di scienze umane e sociali

Un campeggio abusivo nel Gargano acquisito al patrimonio comunale e reso area a servizio comune

Massimiliano Mancini

Abstract: Il valore della legalità è dimostrato con gli atti concreti, si tutela e si propone come alternativa al disordine e all’arbitrio solamente se si attua, contro tutti e tutto, senza privilegi per nessuno, sapendo bene che la ragione è dalla parte difficile e pericolosa. L’esempio del comune di Vieste, la famosa località turistica nota come la “Perla del Gargano” che ha intrapreso una guerra senza tregua contro le deturpazioni del territorio, demolendo gli abusi edilizi e acquisendone le aree al patrimonio comunale è un esempio concreto di tutela dei beni comuni anche in una nterra difficile ma bellissima.

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Il campeggio abusivo di Vieste prima della demolizione

 

L’affermazione della legalità è la manutenzione della bellezza

Un campeggio abusivo che deturpava una delle coste più belle d’Italia, qual’é il Gargano, in una regione che spesso è sulle cronache nazionali per l’illegalità e per i crimini più efferati, qual’é la Puglia e la provincia di Foggla in particolare, era un simbolo del tracotante potere dell’arroganza criminale e una ferita aperta nel territorio.

A pochi metri dalla riva del mare, nella bellissima “Baia Molinella” a Vieste, famosa località turistica conosciuta anche come “La Perla del Gargano”, in un terreno di circa 1.500 metri quadrati in area protetta, erano stati posizionate 9 roulottes trasformate in immobili abusivi con le verande in muratura, come se non bastasse questo si erano realizzati anche 2 corpi di fabbrica in muratura, servizi igienici, docce, il tutto senza alcuna autorizzazione.

Un “centro residenziale” in spregio alle leggi, in precarie condizioni igienico-sanitarie in un contesto di degrado ambientale e strutturale celato dalla vegetazione spontanea.

La Polizia Locale di Vieste, con la guida della comandante Caterina Ciuffreda e l’isp. Pietro Riccardi respoinsabile del nucelo investigativo edilizio, accertava la realizzazione di corpi di fabbrica che erano stati realizzati:

  • privi del permesso di costruire, pertanto in violazione dell’articolo 31 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico sull’edilizia“;
  • senza calcoli statici in violazione degli articoli 93 e 94 del D.P.R.380/2001;
  • in assenza di autorizzazione paesaggistica, in violazione del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice di beni culturali e del paesaggio”, dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002 n.137 e della Legge 6 dicembre 1991 n.394 “Legge quadro sulle aree protette”;
  • mancanti dell’autorizzazione del Capo del Compartimento Marittimo ai sensi dell’art.55 del codice della navigazione, in quanto trattasi di opere a meno di 30 metri dal demanio marittimo, e dell’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane ai sensi dell’art. 19 D. Lgs 374 del 08.11.1990.

Oltre l’azione penale, la vera deterrenza contro gli abusi è la demolizione

Uno strumento fondamentale nella repressione degli abusi edilizi è l’Ingiunzione a demolire ai sensi dell’articolo 31 comma 2 D.P.R. 380/2001, perché il vero timore per i predatori del territorio e la vera riparazione per i cittadini è l’eliminazione del male.

Purtroppo accade molto spesso che trascorsi infruttuosamente i 90 giorni concessi per il ripristino dello stato dei luoghi, il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e, benché la norma preveda il diritto dovere per il Comune di demolire in danno del proprietario ovvero di acquisire gratuitamente al patrimonio comunale l’area di sedime fino a 10 volte la superficie abusivamente realizzata,le amministrazion i locali non provvedano lasciando gli abusi come monumenti urbani all’ìllegalità. I timori di perdere consensi da parte degli amministratori, la paura di ritorsioni criminali, i costi per le demolizioni favoriscono spesso connivenze a favore degli abusivi.

Non è sempre così però e i sindaci che scelgono la legalità, con coraggio, oggi sono sempre più apprezzati e quindi vengono rieletti.

L’opinione del sindaco di Vieste

Per comprendere non semplicemente questo episodio, seppur simbolico, ma anche questo nuovo atteggiamento che pone la tutela del bene comune al centro dell’azione amministrativa, anche in zone dove la criminalità rende la legalità una semplice opinione, abbiamo intervistato il sindaco di Vieste, l’avvocato Giuseppe Nobiletti.

Giuseppe Nobiletti

«Sono sindaco dal 2016 e ho inziato il secondo mandato nel 2021, sin dall’inizio ho fatto della legalità unn punto centrale della mia amministrazione, con il supporto di tutta la mia amministrazione.Gli abusi edilizi, in particolare, sono il simbolo più evidente di ciò. Demolire e acquisire un’opera che deturpa il territorio, il bene comune, ha una duplice valenza, agisce da monito per chi volesse intraprendere ulteriori attività abusive e poi salvaguarda il nostro territorio comunale che è un bene prezioso. La nostra terra è bellisisma e se la tuteliamo facciamo il bene di tutti, anche quello delle attività economiche che possono sfruttare l’industria turistica sulla uale l’Italia, quella onesta e lavoratrice, potrebbe vivere bene e in maniera sostenibile. Questo è il secondo abbattimento che abbiamo realizzato in quest’anno e prosegue la lunga serie che ha contraddistinto il mio primo mandato e l’inizio del secondo. Abbiamo iniziato a luglio quest’anno, in piena stagione turistica, quando tutti i bagnanti hanno potuto osservare l’abbattimento di una palazzina di circa 250/300 metri quadrati con piscina, posta a 20/30 metri dal mare. Anche l’anno scorso abbiamo demolito un campeggio abusivo ancor più grande che era proprio sulla spiaggia. Abbiamo anche sottoscritto un protocollo d’intesa con la Procura della repubblica di Foggia. Ma voglio soprattutto sottolineare che la maggior parte delle demolizioni le eseguiamo senza aspetatre il provvedimento giudiziario ma d’iniziativa dell’amministrazione comunale, con ordinanza sindacale. In sostanza ci mettiamo la faccia e ci prendiamo le responsabilità e, da come testimonia la mia rielezione, i cittadini lo apprezzano.»

L’opinione del comandante della Polizia locale di Vieste

Reprimere gli abusi edilizi è un lavoro complesso e difficile, ma soprattutto un’attività scomoda, con tanti rischi sul piano legale, perché ci si deve districare in tante norme e tanti ricorsi, e anche con rilevanti rischi di ritorsioni, poiché i reati edilizi sembrano piccole cose ma, invece, dietro lo scempio del territorio e le speculazioni immobiliari molto spesso ci sono grandi criminali. Per capirne meglio abbiamo quindi intervistato la comandante della Polizia locale di Vieste, la dottoressa Caterina Ciuffreda, che ha deciso di lasciare la professione forense per la passione per la divisa.

«Sono Comandante della Polizia Locale di Vieste dal 1 gennaio 2021, e da subito ho sposato la linea di indirizzo dettata dal Sindaco, ovvero dell’affermazione sul territorio della legalità, in tutte le sue sfaccettature, da perseguire in prima linea, senza mai aver timore e senza mai abbassare la testa, con forza, con la consapevolezza di agire unicamente per il bene comune.
Questo “modus operandi”, messo in campo con diverse attività, tra cui le demolizioni, iniziate lo scorso anno, con la demolizione di una struttura turistica abusiva, costruita in gran parte sul demanio, nonché attraverso lo sgombero di una Torre di avvistamento, occupata abusivamente, deturpata da opere abusive annesse, anch’esse demolite, con relativa restituzione alla collettività e al patrimonio comunale di un’opera di grande pregio artistico e storico e proseguite anche quest’anno con l’abbattimento di altro campeggio abusivo, in spregio a tutte le norme in materia edilizia e di attività ricettive. Queste attività, non solo, hanno determinato un meccanismo virtuoso capace di innescare una fiducia della cittadinanza nei confronti dell’amministrazione e degli organi di Polizia, tra cui la Polizia Locale di Vieste, che hanno operato in prima persona, eseguendo gli atti prodromici alle attività, ma, soprattutto, così come ha già evidenziato dal Sindaco, scongiurato un’altra parte dall’intraprendere azioni simili, mettendo in evidenza le conseguenze a cui si va incontro quando si decide di deturpare le bellezze naturali del luogo e occupare parte del territorio senza nessun rispetto delle regole e del vivere civile».

L’epilogo

Il campeggio abusivo è stato demolito con tutte le sue brutture smaltite in discarica. All’attività della Polziia locale di Vieste, coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno collaborato anche la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, l’Ufficio Circondariale Marittimo del Corpo delle Capitanerie di Porto e, per la protezione antincendio, l’Associazione di Protezione Civile Pegaso.

L’area è stata acquisita al patrimonio comunale per realizzare un parcheggio pubblico a servizio dei bagnanti.

Il campeggio abusivo di Vieste dopo la demolizione

 

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