ETHICA SOCIETAS-Rivista di scienze umane e sociali
Massimiliano Mancini NOTIZIE Privacy

IL RICORDO DI STEFANO RODOTÀ PRIMO GARANTE DELLA PRIVACY [CON VIDEO], Massimiliano Mancini

Un gigante che ha dato tanto al diritto, non solo della protezione dei dati, e alla politica, non solo di una parte

di Massimiliano Mancini

Abstract: Stefano Rodotà (1933-2017), è stato un giurista, un accademico e un politico, ma, soprattutto, “uomo dei diritti nel paese dei senza-diritto”. Apprezzato e onorato in tutto il mondo, padre nobile della privacy non solo in Italia, dove è stato il primo Garante per la protezione dei dati personali, e in europa, dove ha presieduto l’Article 29 Working Party (WP29) che è stato sostituito dal European Data Protection Board (EDPB). Personalmente ricordo con gratitudine non solo i suoi insegnamenti ma anche il privilegio di essere stato il relatore della mia tesi di laurea assieme al prof. Crifò e il presidente della mia commissione di laurea.

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Video presentato dal Garante per la protezione dei dati personali a Pietrarsa (NA) il 23/08/2001
in occasione di State of Privacy ’22.

«I diritti fondamentali si pongono a presidio della vita, che in nessuna sua manifestazione può essere attratta nel mondo delle merci.»

Stefano Rodotà, La Vita e le regole: tra diritto e non diritto, Feltrinelli 2018.

Biografia essenziale

Stefano Rodotà (1933-2017)

Nato a Cosenza il 30 maggio del 1933, da una famiglia che ha annoverato, fra il XVII e il XVIII secolo, esponenti intellettuali e religiosi della cultura albanese in Italia. Si è laureato in giurisprudenza Emilio Betti presso La Sapienza Università di Roma nel 1955, entrò subito nella squadra di assistenti di Rosario Nicolò, che fu il suo maestro. Nel 1975-76 ha ricevuto una borsa di studio Fulbright presso l’Università di Stanford.

Ha insegnato in università italiane, Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e dove gli è stato conferito il titolo di professore emerito, e straniere, negli Stati Uniti d’America, in America Latina, Canada, Australia e India, presso l’All Souls College di Oxford e la Stanford School of Law, presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne e ha collaborato con il Collège de France.

Ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università Michel de Montaigne Bordeaux 3 e dall’Università degli Studi di Macerata. È stato presidente del consiglio d’amministrazione dell’International University College of Turin. Ha fatto parte del comitato dei garanti del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino e titolare del corso di Bioetica presso la Scuola di studi superiori dell’Università degli Studi di Torino.

I suoi contributi maggiori sono stati soprattutto in diritto privato e civile, con uno sguardo forte al diritto costituzionale, nel rapporto tra i diritti costituzionali fondamentali e quelli relativi alle tecnologie dell’informazione, fino dagli anni della loro prima applicazione in Italia nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Diversi studi del Rodotà si sono focalizzati sul tema della privacy delle informazioni digitalizzate dei cittadini.

L’impegno politico

Dopo essere stato iscritto al Partito Radicale di Mario Pannunzio, nel 1976 e nel 1979 rifiutò la candidatura nel Partito Radicale di Marco Pannella. Nel 1979 fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 venne rieletto alle politiche diventando presidente del gruppo parlamentare della Sinistra Indipendente. Nel 1987 fu eletto per la terza volta e confermato nella commissione Affari Costituzionali ed eletto anche alla prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nel 1989 fu nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal PCI di Achille Occhetto e, successivamente, dopo il XX Congresso del partito comunista e la svolta della Bolognina, aderì al Partito Democratico della Sinistra, del quale è stato il primo presidente del Consiglio nazionale, carica che ha ricopertofino al 1992.

Nell’aprile del 1992 fu eletto per il PDS per la quarta volta alla Camera e ne diventò vicepresidente e membro della nuova Commissione Bicamerale, nel maggio dello stesso anno, in qualità di vicepresidente della Camera, sostituì Oscar Luigi Scalfaro alla presidenza del Parlamento convocato in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica, poiché Scalfaro si aspettava l’elezione che poi avvenne.

Alla successiva elezione del presidente della Camera fu candidato dal suo partito alla presidenza della Camera dei deputati, ma fu eletto al suo posto il compagno di partito Giorgio Napolitano, escluso dal suo stesso partito come avvenne anche in seguito quando sfiorò l’elezione a Presidente della Repubblica. Nel 1994, al termine della legislatura durata solo due anni, Rodotà decise di non ricandidarsi, preferendo tornare all’insegnamento universitario e in questa occasione ebbi il privilegio di avere da lui e dal suo stimato amico prof Crifò la tesi con la quale mi sonpo laureato nella commissione da lui presieduta.

Nel 2007 ha presieduto una Commissione Ministeriale istituita al fine di dettare una nuova più moderna normativa del Codice Civile in materia di beni pubblici, c.d. “Commissione Rodotà”, che ha presentato un disegno di legge delega che non è mai stato discusso.

Nel 2013 è stato candidato per l’elezione del Presidente della Repubblica dal Movimento 5 Stelle, votato anche da Sinistra Ecologia Libertà e da alcuni parlamentari del Partito Democratico che, alla fine, ha preferito rieleggere il presidente uscente, Giorgio Napolitano.

L’impegno per la protezione dei dati personali

Dal 1997 è stato nominato primo Garante per la protezione dei dati personali, ruolo che ha ricoperto sino al al 2005, dove ha avuto come segretario generale Giovanni Buttarelli, dal 2000 al 2004 ha presieduto l’Article 29 Working Party (WP29) poi sostituito dal European Data Protecrtion Board (EDPB) e inoltre la commissione scientifica dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali.

Il 29 novembre 2010 ha presentato all’Internet Governance Forum una proposta per portare in Commissione Affari Costituzionali l’adozione dell’articolo 21-bis, che recitava: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale“.

Nei confronti del mondo di internet Rodotà ha assunto posizioni di tipo libertario, implementando le sue idee sui media in diversi ambiti quali: Internet Governance Forum dell’Onu, all’UNESCO, al Parlamento europeo.

Nell’ottobre 2014 ha presieduto la commissione parlamentare “Internet, bill of rights“, incaricata di redigere i principi generali della comunicazione via Internet, come indirizzo per le leggi italiane in materia e come spunto nel dibattito internazionale.

È morto a Roma il 23 giugno 2017 all’età di 84 anni.

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IL RICORDO DI GIOVANNI BUTTARELLI GARANTE EUROPEO [CON VIDEO]

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