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LA CRISI IRREVERSIBILE DELLA PRIVACY NELL’ERA DELLE NEUROTECNOLOGIE di Enrico Mancini

Il dilemma digitale: proteggere i nostri dati mentali in un mondo senza confini

Abstract: L’avanzamento esponenziale delle neurotecnologie e l’ubiquità dei dispositivi biometrici stanno ridefinendo, o per meglio dire, decostruendo il concetto tradizionale di privacy. Mentre il dibattito si focalizza spesso sulla scansione di volto, voce e impronte digitali, la vera minaccia emergente risiede nella capacità di leggere e interpretare i pattern cognitivi umani. Questo articolo esplora come dispositivi apparentemente innocui come visori VR, auricolari e caschetti da palestra possano, tramite EEG a basso costo e sensori integrati, analizzare aspetti profondi del nostro pensiero: attenzione, affaticamento, stress e stati emotivi. Verranno analizzate le sfide normative globali, confrontando le rigorose leggi europee (come il GDPR e le recenti iniziative sull’IA) con le pratiche di Paesi dove la protezione dei dati è meno prioritaria. L’articolo sostiene che, in un ecosistema digitale interconnesso, le normative nazionali, pur essendo fondamentali, non sono sufficienti a contenere la dispersione transfrontaliera dei dati cognitivi, ponendo l’urgenza di un quadro normativo internazionale e di una maggiore consapevolezza pubblica per navigare in un futuro dove la privacy, nel senso tradizionale, potrebbe essere un concetto del passato.

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Introduzione: Dall’Identità Digitale alla Mappatura Cognitiva

Per decenni, la discussione sulla privacy digitale si è concentrata sulla protezione dei dati personali identificabili: nomi, indirizzi, numeri di telefono, e più recentemente, dati biometrici come impronte digitali, riconoscimento facciale e vocale. Tuttavia, l’attuale frontiera tecnologica, spinta dalle neurotecnologie e dalla miniaturizzazione dei sensori biometrici, sta spostando il bersaglio dalla semplice identificazione all’interpretazione dei processi cognitivi ed emotivi. Non si tratta più di “leggere i pensieri” in senso stretto, ma di decodificare “come si pensa”: i pattern di attenzione, i livelli di stress, l’affaticamento mentale e le risposte emotive latenti. Questa nuova capacità di estrapolare informazioni così intime solleva interrogativi profondi sulla sostenibilità del concetto di privacy nel XXI secolo.

Le Neurotecnologie al Confine della Privacy

Le neurotecnologie, un tempo relegate ad ambiti di ricerca avanzata e applicazioni mediche, stanno entrando sempre più nel nostro quotidiano attraverso dispositivi di consumo a basso costo. L’elettroencefalografia (EEG), che misura l’attività elettrica del cervello, è ora integrata in caschetti per la meditazione, auricolari e persino visori per la realtà virtuale (VR). Questi dispositivi, apparentemente innocui, sono in grado di raccogliere una mole impressionante di dati:

  • Livelli di attenzione e concentrazione: Monitorando le onde cerebrali, è possibile inferire quando un utente è distratto o pienamente coinvolto in un’attività.
  • Stati di affaticamento e stress: Variazioni nei pattern EEG possono indicare stanchezza cognitiva o livelli elevati di stress.
  • Risposte emotive implicite: Sebbene non sia una lettura diretta delle emozioni, l’analisi delle risposte neurali a stimoli specifici può rivelare inclinazioni o reazioni inconsce.
  • Pattern decisionali: Studi avanzati stanno esplorando la possibilità di identificare i pattern neurali associati ai processi decisionali, offrendo spunti sul “come” le persone arrivano a una scelta.

Queste informazioni, sebbene non equivalgano alla “lettura del pensiero”, offrono un livello di penetrazione nella sfera personale e cognitiva senza precedenti. Combinate con altri dati comportamentali e biometrici, possono creare un profilo psicologico estremamente dettagliato e predittivo, con implicazioni etiche e legali significative.

Il Contesto Normativo: Fortezze e Lacune Globali

La consapevolezza della necessità di proteggere la privacy digitale ha portato all’adozione di normative sempre più stringenti in diverse giurisdizioni.

L’Europa all’Avanguardia: GDPR e Regolamentazione dell’IA

L’Unione Europea è indubbiamente all’avanguardia nella protezione dei dati personali. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR – Regolamento UE 2016/679) rappresenta il pilastro di questa architettura normativa. Il GDPR si basa su principi fondamentali come la liceità, correttezza e trasparenza del trattamento, la limitazione della finalità, la minimizzazione dei dati, l’esattezza, la limitazione della conservazione, l’integrità e la riservatezza, e la responsabilizzazione (accountability). Nello specifico, il GDPR riconosce come “dati biometrici” (Art. 4, comma 14) “i dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica che ne consentono o confermano l’identificazione univoca, quali l’immagine facciale o i dati dattiloscopici”. L’estensione di questa definizione ai “dati comportamentali” apre la strada a interpretazioni che potrebbero includere i pattern cognitivi rilevati dalle neurotecnologie, se utilizzati per l’identificazione o la profilazione unica di un individuo.

Inoltre, l’UE ha mostrato proattività nella regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI Act), che include disposizioni relative all’uso di sistemi AI ad alto rischio, tra cui quelli che potrebbero analizzare i dati biometrici e comportamentali per scopi di sorveglianza o profilazione. L’Italia, in particolare, è stata tra i primi Paesi a livello nazionale ad avviare un dibattito strutturato e a proporre un quadro normativo specifico per l’AI, evidenziando una sensibilità maggiore rispetto ad altre nazioni.

La Sfida della Giurisdizione: Un Mondo Interconnesso

Nonostante gli sforzi normativi europei, la digitalizzazione globale presenta una sfida intrinseca: viviamo in un mondo digitale senza confini geografici. L’utente medio utilizza quotidianamente applicazioni, piattaforme e tecnologie sviluppate e gestite da aziende con sede in Paesi dove le normative sulla privacy sono significativamente meno stringenti, o addirittura assenti. Aziende operanti in giurisdizioni con legislazioni permissive possono raccogliere, elaborare e monetizzare dati su vasta scala, inclusi quelli derivanti da neurotecnologie, con un impatto diretto sulla privacy degli utenti europei. Questo crea una “corsa al ribasso” normativa, dove la protezione offerta in una giurisdizione può essere facilmente aggirata attraverso il trasferimento o l’elaborazione dei dati in un’altra.

Conclusione: Verso una Nuova Definizione di Privacy?

La privacy, intesa come controllo sulla propria sfera personale e informativa, non è semplicemente “in crisi”: per molti aspetti, è già stata irrimediabilmente compromessa nel contesto digitale attuale. La crescente capacità di inferire stati cognitivi ed emotivi rende obsoleto il dibattito incentrato solo sull’identità. Dobbiamo iniziare a chiederci: cosa significa avere privacy quando i nostri schemi mentali possono essere analizzati, categorizzati e potenzialmente influenzati?

La risposta a questa domanda richiede un approccio multiforme:

  1. Armonizzazione Normativa Internazionale: È imperativo che le nazioni collaborino per definire standard minimi globali per la protezione dei dati neuro-cognitivi, superando le attuali frammentazioni.
  2. Tecnologie “Privacy-by-Design” e “Security-by-Design”: Sviluppare tecnologie con la privacy e la sicurezza integrate fin dalla progettazione, piuttosto che aggiunte a posteriori.
  3. Alfabetizzazione Digitale Avanzata: Educare i cittadini sui rischi reali delle neurotecnologie e dei sensori biometrici, fornendo loro gli strumenti per prendere decisioni informate sull’uso di tali dispositivi.
  4. Ricerca Etica e Responsabile: Promuovere la ricerca e lo sviluppo in neurotecnologie che pongano al centro la dignità umana e la protezione dei dati individuali.

La privacy, in un futuro non troppo lontano, potrebbe non essere più una questione di “cosa viene raccolto”, ma di “come viene interpretato e utilizzato ciò che è intrinsecamente noi”. La sfida è immensa, ma la necessità di affrontarla è impellente se vogliamo preservare una parvenza di autonomia e libertà in un mondo sempre più monitorato e “letto”.

Riferimenti Normativi e Accademici (Esempi)

  • Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Regolamento generale sulla protezione dei dati – GDPR).
  • Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che stabilisce norme armonizzate sull’intelligenza artificiale (Legge sull’intelligenza artificiale) e che modifica alcuni atti legislativi dell’Unione. (Com(2021) 206 final)
  • Yuste, R., Goering, S., Arcas, B., Bi, G., Carmena, J. M., Carter, A., … & Sanchez-Vives, M. V. (2017). Four ethical priorities for neurotechnologies and AI. Nature, 551(7679), 159-163.
  • Ienca, M., & Andorno, R. (2017). Towards a new human right to cognitive liberty? Life Sciences, Society and Policy, 13(1), 1-27.
  • European Data Protection Board (EDPB) Guidelines on the processing of data concerning health for the purpose of scientific research in the context of the COVID-19 outbreak (questo è un esempio di linea guida che può essere estesa).

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