ETHICA SOCIETAS-Rivista di scienze umane e sociali
Interviste Massimiliano Mancini RIVISTA Scienze Politiche

INTERVISTA AL PRESIDENTE FERMI Massimiliano Mancini

di Massimiliano Mancini

Alessandro Fermi, Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia

[Ethica Societas anno 1 n.1]

Alessandro Fermi: è nato a Como l’11 novembre 1974 e vive ad Albavilla in provincia di Como, coniugato e padre di un figlio, è avvocato e docente. Ha iniziato la sua carriera nel 2002 come consigliere della Provincia di Como, dov’è stato anche assessore, nel 2004 è stato eletto consigliere nel suo comune di residenza dove nel 2009 ne è diventato Sindaco sino al 2013 quando è stato eletto consigliere regionale. In Regione Lombardia è diventato sottosegretario nel 2014 quindi dal dal marzo 2018 ne è Presidente del Consiglio.  Ha iniziato la sua carriera politica in Forza Italia e da quest’anno è passato al gruppo politico della Lega- Lega Lombarda Salvini.

Alessandro Fermi

La Regione Lombardia: una popolazione redsidente di 9,96 milioni di abitanti (1° Italia) e una superficie di 23.863 km2 (4° Italia), conta 12 province (1° Italia). È la regione più ricca d’Italia con un PIL complessivo di 385.347 milioni €. e un PIL pro capite di 42.300 € (2° Italia).

1) Che valore e che senso ha oggi il fare politica, in un’epoca nella quale i partiti sono diventati personali, demagogici e appiattiti tutti al centro?

Far politica oggi, al di là o al di fuori dei partiti politici, rappresenta una forma di partecipazione alla vita pubblica nella quale ciascuno è chiamato a svolgere la propria missione per il bene comune. Nell’agire politico la persona costituisce il principio e il fine di ogni comunità politica, la sola fonte della sua legittimità.

2) Quali sono i valori della destra o del centro destra in un’epoca in cui anche i partiti politici si sono trasformati in liste civiche proponendo programmi più che ideali?

I valori nei quali si riconosce il centro destra sono la dignità della persona, la libertà e la responsabilità, l’eguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà, valori comuni alle grandi democrazie occidentali, fondate sul pluralismo democratico, sullo Stato di diritto, sulla non discriminazione, sulla tolleranza, sulla proprietà privata, sull’economia sociale di mercato.

Valori che sono alla base di un impegno politico nella prospettiva di realizzare programmi che possano dar risposte concrete ai bisogni della comunità e dei cittadini.

3) Che valore ha la sicurezza e come concretizzarla oltre gli slogan?

La sicurezza urbana è ormai comunemente considerata come un bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città attraverso interventi di riqualificazione e recupero delle aree più degradate, all’eliminazione dei fattori di marginalità sociale e di esclusione, alla prevenzione della criminalità, in particolare di quella di tipo predatorio, dei fenomeni antisociali e di inciviltà, per favorire il rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile. Tale concetto, affermato dal Legislatore, deve realizzarsi nella quotidiana attività delle forze dell’ordine che, a ogni livello, devono operare, anche in forma sinergica e coordinata, per garantirla. 

4) Cosa può fare la Regione per la sicurezza del territorio e cosa ha fatto anche attraverso di lei?

L’azione di Regione Lombardia nell’ambito della sicurezza del territorio si è concretizzata in una serie di misure, approntate dall’Assessorato, a seguito della Legge Regionale n. 6/2015 “Disciplina regionale dei servizi di polizia locale e promozione di politiche integrate di sicurezza urbana” che hanno consentito ai Comuni di partecipare a bandi, con previsione di notevoli risorse, per disporre di mezzi, dotazioni e strumentazioni nuove e moderne.

5) Che idea ha della polizia locale e che riforma vedrebbe?

Occorre riportare al centro delle politiche di sicurezza urbana le autonomie locali quali organizzazioni più vicine alle esigenze di convivenza civile delle aree urbane. All’interno di questo quadro, la polizia locale assume un rilievo fondamentale per l’azione che può svolgere a tutela della sicurezza dei cittadini e del territorio.

La riforma dovrà pertanto tendere a rendere più efficienti le politiche integrate in materia di sicurezza, tenendo conto dell’evoluzione funzionale che nel corso degli ultimi anni ha interessato sempre di più le polizie locali.

6) Come ritiene che si dovrebbe impostare, se crede ce ne sia bisogno, il rapporto tra la sicurezza nazionale e quella locale e quindi l’eventuale ripartizione di competenze?

La prevenzione e la sicurezza del cittadino e del territorio escludono che la sicurezza urbana possa identificarsi con il puro ordine pubblico gestito dallo Stato. Al ruolo programmatico delle regioni nelle politiche di sicurezza urbana, in quanto enti dimensionalmente più idonei a promuovere, attivare e monitorare efficacemente tali politiche, si deve affiancare l’attività che Comuni, Province e Città metropolitane, nell’ambito delle rispettive competenze, devono assicurare per realizzare politiche integrate per la sicurezza delle persone e delle comunità.

7) Quali misure ritiene che si possano adottare per questa parte residua di consiliatura?

È necessario rafforzare e sostenere il ruolo delle polizie locali, dotandole di strumenti innovativi e di mezzi adeguati per lo svolgimento delle loro attività. Insieme a ciò, occorre prevedere la formazione e l’aggiornamento del personale dei corpi di polizia locale, fondamentali per garantire sicurezza agli operatori e maggior incisività nel contrasto alla criminalità.

Da sx: t.col. Sergio De Santis, ufficiale superiore GdF e consigliere nazionale UPLI, avv. Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale Lombardia, dott.ssa Laura Crapanzano, criminologa e presidente nazionale UPLI, dott. Massimiliano Mancini, segretario geenrale UPLI e direttore della rivista.

 

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