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Economia Interviste Massimiliano Mancini NOTIZIE

IL GOVERNATORE BANKITALIA AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TORINO (Parte 3) Massimiliano Mancini

Trascrizione integrale dell’intervista del direttore de La Stampa Massimo Giannini al governatore Vincenzo Visco sul tema “Quale futuro per la globalizzazione”.
Parte 3: Produttività e salario minimo

di Massimiliano Mancini

Abstract: Per rendere accessibile a tutti, in un’ottica di #accessibilità e di #inclusività verso il mondo della #disabilità, in partcicolare nei confronti dei #sordi e dei #DSA, uno degli scopi principali del nostro editore noprofit Ethica Societas UPLI società cooperativa sociale onlus, abbiamo trascritto integralmente il testo dell’intervista del direttore del quotidiano La Stampa Massimo Giannini al #governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco alla prima edizione del Festival dell’Economia di Torino. Un intervento fondamentale per comprendere appieno il contesto economico, finanziario e sociale del mondo, dell’Europa e del nostro paese e le prospettive offerte dal #PNNR – #NextGenerationUE. Fuori dalla retorica politica e dagli interessi di parte, il capo di #Bankitalia fornisce una mappa lucida e accessibile a tutti per comprendere i grandi cambiamenti in atto e il futuro della #globalizzazione commentando la “Relazione annuale sul 2021. Considerazioni finali del Governatore” presentate lo scorso 31 maggio 2022.

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QUALE FUTURO PER LA GLOBALIZZAZIONE?

4 Giugno 2022
ore 17:00
Teatro Carignano
IGNAZIO VISCO
introduce MASSIMO GIANNINI

 

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Massimo Giannini, direttore de La Stampa

Massimo Giannini: «.Ma per i salari governatore cosa si può fare? ».

Ignazio Visco, governatore Banca d’Italia

Ignazio Visco: «Bisogna aumentare la produttività e quindi bisogna sostanzialmente crescere di più. Se si cresce i salari crescono. La distribuzione del reddito tra l’altro in Italia, tra salari e profitti come si dice, non è cambiata. Noi abbiamo una distribuzione del reddito che riflette sostanzialmente la non crescita del paese per oltre 20 anni.».

Massimo Giannini: «Però il risultato è che, lo ricordavamo prima nel dibattito che abbiamo avuto con il presidente Giuliano Amato, negli ultimi 30 anni in Italia i salari sono calati del 3% e in Germania e in Francia sono aumentati del 30%. Basta aspettare la produttività per riallinearci?».

Ignazio Visco: «…Sì, si basta aspettare.».

Massimo Giannini: «Basta e quanto ci vorrà, perché le imprese devono investire, devono crescere?».

Ignazio Visco: «Bene se non lo fai mai non vai da nessuna parte. [Giannini: su questo sono d’accordo] Questa è la cosa cruciale.. da un lato investire diciamo in modo avveduto e quindi la responsabilità del PNNR è quella di consentire non soltanto allo Stato di mettere in cantiere tutti i programmi per migliorare le infrastrutture pubbliche e di far sì che questo insieme a riforme mirate vada a favorire l’investimento privato che in Italia tra l’altro ha di fronte tanto risparmio e quindi si può veramente finanziare. Non c’è un problema finanziario per quello c’è un problema di progetti. Ma c’è un’altra componente, l’altra componente è la qualità del nostro capitale umano di quello che noi in qualche modo possiamo mettere nel processo produttivo e quindi occupare e l’occupabilità è una delle questioni cruciali. Si parla tanto di reddito di cittadinanza. [Giannini: stavo per chiederglielo, è competitivo con i bassi salari e quindi spinge i più giovani soprattutto a restarsene sul divano, questa è la lettura un pochino riduttiva secondo me che si può dare di questa fase?] Reddito di cittadinanza, perché stavo cercando di metterlo nella complessiva descrizione di ciò che avviene, perché da un lato è ovvio che in questa fase di tradizione ci sono fasce sociali che sono deboli, che non sono in grado di resistere al cambiamento e quindi se non te ne curi non soltanto fai un danno grave sul piano dell’equità, fai un danno grave anche sul piano dell’efficienza futura perché crerai soltanto ostacoli a favorire il cambiamento e l’adattamento al cambiamento che è necessario. Ma il punto cruciale è capire qual è la funzione del reddito di cittadinanza o di quello che era prima il reddito d’inclusione o di un contributo contro uno stato di disagio e di povertà. Allora la domanda è molto diretta: il reddito di cittadinanza spiazza il lavoro nel senso che toglie un incentivo a lavorare? Prima di tutto ci sono effettivamente delle aliquote marginali piuttosto alte per cui oltre un certo reddito tu non puoi prenderlo questo reddito di cittadinanza e quindi se il reddito che tu puoi avere equivale più o meno a quello tu non ti metti in quella condizione. Ma questo non riguarda tutti i percettori del reddito di cittadinanza. Io faccio spesso delle discussioni con i miei economisti che più seguono quella materia, mi dicono: “guarda un quarto delle persone”. Sono 3.000.000 circa le persone coinvolte, che ricevono in complesso sono quasi 2.000.000 di famiglie e 3.000.000 di persone che ricevono circa 9.000.000€ l’anno, di queste un quarto è immediatamente occupabile. Quindi di quel quarto bisogna fare attenzione a rendere questo reddito un reddito supplementare casomai che facilita l’occupabilità, ma gli altri no, non sono immediatamente occupabili. [Giannini: comunque non li recupereresti]. Beh ci vogliono quelle che si chiamano le politiche attive del lavoro, c’é la formazione, c’è la capacità di aiutare persone che hanno difficoltà con le tecnologie attuali a fare i conti con esse e così via. Quindi c’è un lavoro a latere molto importante per farlo funzionare. Poi che ci sia un contributo per aiutare questa transizione credo che sia assolutamente compreso [Giannini: necessario forse anche] e necessario sì!».

Massimo Giannini: «Ecco le chiedo anche questo governatore, perché è un altro tema di cui si sta discutendo e forse questa volta con un po’ più concretezza. In un sistema come il nostro uno strumento come il salario minimo potrebbe aiutare, sarebbe utile o necessario anche questo.».

Ignazio Visco: «Mah quando stavo a Parigi ci furono varie, stiamo parlando di fine anni ’90, varie iniziative sul salario minimo viste con un certo scetticismo dall’OCSE. Lo scetticismo era all’epoca quello che: beh il salario minimo poi aumenta troppo il costo per l’impresa, può essere superiore alla produttività di quei lavoratori che percepirebbero il salario minimo e a quel punto l’effetto sarebbe negativo sull’occupazione nel suo complesso. In realtà ci sono stati molti studi successivi che hanno dimostrato come negli Stati Uniti in varie aree, Kruger, Alan Kruger è uno di questo, ma chi ha vinto il premio Nobel quest’anno è tra quelli che sostenevano appunto che il salario minimo in certe condizioni è favorevole all’occupazione non contrario all’occupazione. In Francia hanno appena introdotto il salario minimo. Io credo che ben studiato sia una buona cosa. Ha vari effetti positivi. Il rischio sta sicuramente nel livello, che se è eccessivo può portare a non occupare persone che potrebbero invece voler lavorare al di sotto di quel livello e che hanno una produttività sostanzialmente in grado di non arrivare a quel livello li. Ma credo che sia qualcosa di francamente non così importante. Quello che è importante è non legare al salario minimo automatismi che poi ci possono costare. Un esempio un salario minimo che ha piena indicizzazione ai prezzi al consumo se diventa il modello di riferimento per tutti i salari, tutte le contrattazioni, incorpora direttamente quel meccanismo automatico. [Giannini: è la rincorsa di cui parliamo la prossima volta]. La prossima volta può succedere. [Giannini: no perché sarebbe effettivamente una sorta di scala mobile in quel modo]. Beh se fosse messa in questi termini così è!».

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Festival Economia Torino, 04/06/2022

LE ALTRE PARTI DELL’INTERVENTO:

PARTE 1-Incertezza e globalizzazione.

PARTE 2-Distribuzione dei redditi e salari.

PARTE 3-Produttività e salario minimo.

PARTE 4-Tax & transfer e patrimoniale.

PARTE 5-PNNR e politica nazionale.

DOCUMENTI SCARICABILI:

Relazione annuale sul 2021. Considerazioni finali del Governatore 2022 (dal sito Banca d’Italia).

Piano nazionale Ripresa e Resilienza-NextGenerationUE (dal sito MISE).

Proprietà artistica e letteraria riservata © Ethica Societas UPLI (2022).

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