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URBANESIMO, URBANITÀ E CIVILTÀ Roberto Castellucci

Manifestazioni dentro Roma, sono necessarie e, soprattutto, sono tollerabili?

Abstract: In una città come Roma, che oltre ad essere la capitale d’Italia, con tutti i problemi derivanti dalla presenza di uffici governativi e, come se non bastasse, anche di quelli regionali è la città faro della civiltà, dell’arte e della cultura mondiale, è tollerabile che ospiti numerosissimi, forse eccessivamente, eventi di musica, spettacolo e arte varia con tutte le conseguenze?

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di Roberto Castellucci

Roma, 25 maggio 2022: in seguito alla trasmissione su megaschermo di un evento sportivo di una squadra di calcio locale allo Stadio Olimpico, molte strade del quadrante nord della capitale sono inibite al traffico privato. Il giorno dopo si replica il blocco nel quadrante sud, nell’area circostante il Circo Massimo, per i festeggiamenti successivi all’evento sportivo.

Roma, 11 giugno 2022: nel pomeriggio, il Centro è interessato da una manifestazione di protesta e di rivendicazione di diritti civili da parte di migliaia di persone. Strade e metropolitana chiuse anche la sera, in seguito all’esibizione di un cantante si esibisce al Circo Massimo con un numerosissimo pubblico. Il giorno successivo il cantante replica la sua esibizione nel medesimo sito, con medesime conseguenze per il traffico la popolazione.

Sono, questi, solo alcuni esempi di eventi che condizionano pesantemente la circolazione dei veicoli nella capitale, che già tanto fluida non è. In effetti, le strade di Roma sono interessate da diverse criticità che, consolidatesi nel tempo, le caratterizzano così tanto da indurre la cittadinanza alla rassegnazione.

In campagna elettorale, ogni aspirante sindaco che si rispetti promette di risolvere la “questione traffico” ma, una volta Amministratore, basta negare il problema, e diventa tutto più semplice.

Eccessivo numero di veicoli in strada, mezzi pubblici insufficienti, linee metropolitane inefficienti, buche dal diametro variabile e dalle profondità insondabili, segnaletica contraddittoria e ridondante, vincoli paesaggistici e archeologici, auto ministeriali (“blu”) invadenti, ZTL (zone a traffico limitato), corsie riservate, parcheggi carenti, lavori in corso in orari di punta e monopattini arrembanti: ecco, a tutti questi problemi, il cittadino romano, risieda egli in centro o in periferia, deve aggiungere l’alta probabilità che si verifichi una manifestazione, di qualunque natura e, a volte, anche senza preavviso: sportiva, di spettacolo, politica, ecologista… Non volendo entrare nel merito degli eventi su descritti ma cogliendo il mero aspetto fisico, si intende rilevare in questa sede come, per quanto numerosa possa essere la partecipazione alle manifestazioni, i benefici presunti dei pochi danneggiano serialmente non solo i residenti ma, anche, i lavoratori pendolari e perfino i turisti.

E, parlando di danni, come non comprendere che Roma è un gioiello monumentale vivente unico nella storia del mondo e dell’umanità e meritevole di una tutela che superi le esigenze del momento dei pochi?

Manifestazioni allora? Sì, ma fuori del Grande Raccordo Anulare.

PS. E meno male che nella città del Papa non sono frequenti le manifestazioni religiose in strada!

Foto di Francesco Mancini

 

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